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Mi sono avvicinata all’associazione quasi per caso...ma una volta capito di cosa si occupasse, ho sentito il bisogno di farne parte.

Un po' perché mi sento dall’altra parte, cioè non ho un figlio disabile, ma sono una madre disabile. Ho provato io stessa, vissuto e appreso, visto situazioni e conosciuto persone...

Questa mia esperienza, e per la persona dinamica che sono, mi ha spinto a darmi da fare.

 

Esiste al mondo qualcosa di più prezioso del sorriso di un bambino?

 

No, non credo proprio.
Questo è il motivo per cui sono entrata a far parte di questo gruppo.
Gruppo. . . appunto. . fare gruppo,  stare insieme. . 

 Questo è "insieme per un sorriso"

. . .  non sentirsi soli nelle difficoltà che, più di altri, le famiglie che vivono l'esperienza diretta o indiretta della disabilità devono quotidianamente affrontare. . . per far vivere la vita a pieno ai loro bimbi speciali. . Per farli sorridere!
Ed è sorprendente che ogni volta che ci si ritrova per un assemblea o per un evento   in realtà io, che sono una volontaria, porto a casa molto più di quel che offro al gruppo.

Ogni volta trovo accoglienza, sorrisi, voglia di stare insieme, voglia di fare, entusiasmo . . .ognuno a modo suo, ognuno come può porta un briciolo di sé,  delle proprie

esperienze,informazioni, contatti per condividerli con gli altri e. . . Sorridere!!!
 

 

 

Il gruppo per me rappresenta un ancora di salvezza, è una salvezza  avere la possibilità di ascoltare donne che vivono, come me, l’esperienza devastante dell’avere un/una figlio/a con disabilità.
L’associazione è potenzialmente una grande risorsa, può dare molto.

 


 

Il gruppo serve per fare “rete” tra di noi, per comunicare, per migliorare. Non bisogna mai dare per scontato che si sappiano le cose...qualsiasi informazione medica, burocratica, ecc può essere utile a qualcuno. Le aspettative sul gruppo solo alte, abbiamo tanti programmi...dobbiamo essere più unite, dobbiamo darci più sostegno...dobbiamo fare “rete”!


 

 

Ho conosciuto l'associazione tramite una mamma, una di noi.

Con un gelato e quattro chiacchiere ho scoperto questa meravigliosa realtà, fatta di donne forti e coraggiose che come me stanno affrontando una battaglia...però senza mai perdere IL SORRISO e la speranza. Sono di grande conforto per me.

 


 

Quando ho avuto la diagnosi della malattia di mia figlia mi sono sentita sola, non sapevo a chi rivolgermi, non avevo idea di quali fossero i miei diritti e non sapevo a chi chiedere. Oltre alla struttura ospedaliera che mi seguiva non sapevo dove e come inserirmi e come approcciarmi a questo mondo.

Ero completamente spaesata sotto ogni aspetto.

Ecco, questo mi porta a cercare di essere un aiuto, di essere un riferimento alle altre famiglie che si trovano in questa situazione. Quello che avrei voluto io in quei momenti...

L'associazione è gruppo, è partecipazione, è coltivazione dei progetti.

E' uno scambio dare/avere


 

Quando hai un figlio con delle difficoltà speri che con il tempo, l'impegno o anche solo che per magia, una mattina le sue difficoltà svaniscano. Poi ricevi la diagnosi: una diagnosi certa che distrugge tutti i tuoi sogni futuri e le tue speranze, almeno questo è quello che è successo a me. In quel momento ti senti solo spaesato. Spesso ci si chiude in se stessi, le persone che prima si frequentavano smettono di essere accessibili.

La diagnosi non è la fine, ma solo l'inizio di una vita in un mondo fino ad ora sconosciuto. Un mondo fatto di burocrazia, diritti solo sulla carta, spesso si incontrano persone incompetenti e sgarbate e qualche volte persone amorose e attente, ma è tutto lasciato al  caso.
Sempre il caso ti fa conoscere una persona che ha vissuto la stessa situazione e che riesce magicamente a comprendere il tuo stato d'animo, ti aiuta a gestire le problematiche, ti sostiene nei momenti di difficoltà, c'è quando hai bisogno, ti consiglia o ti suggerisce a chi rivolgerti in caso di ... Con lei incontri altre mamme, altre famiglie con problematiche affini, hai accesso a dei professionisti che ti possono aiutare in modo più opportuno, sia sul lato psicologico che burocratico. Il senso di smarrimento, la solitudine, il pensiero di non farcela si ridimensiona fino a scomparire.

L'associazione "INSIEME PER UN SORRISO" cerca di aiutare le famiglie che devono gestire una disabilità. 

Io sono stata fortunata ad incontrarla, ad incontrare tutte loro, ma conoscere INSIEME PER UN SORRISO non deve essere un caso!
 


 

Sono entrata da poco nel gruppo e ho respirato da subito una grande coesione e un grande spirito di solidarietà.

Ho trovato da subito conforto e comprensione alle mie paure e fragilità perche sono mamme che dietro ad un grande sorriso celano tutte lo stesso dolore.

Condividere le stesse paure e gli stessi problemi ci fa sentire meno soli e meno fragili.

 

 

 
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